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OPERA IN CONCORSO  Sezione Scultura/Installazione

CARLES PIERA _POLIFEMO_ | PORTÉ
vedi ad alta risoluzione

PORTÉ
assemblage, modellato con resina,, oggetto trovato, legno e ferro
300cm x 300cm x

CARLES PIERA _POLIFEMO_

nato/a a BARCELONA

residenza di lavoro/studio: BARCELONA (SPAIN)

iscritto/a dal 24 feb 2014

Under 35

http://www.carlespiera.com

Altre opere

CARLES PIERA _POLIFEMO_ | Paissatges Invisibles

vedi ad alta risoluzione

Paissatges Invisibles
assemblage, oggetto trovato, legno, resina, acrillic
160cm x 90cm x

CARLES PIERA _POLIFEMO_ | Reflexions

vedi ad alta risoluzione

Reflexions
assemblage, modellato con resina,, oggetto trovato, legno, resina, acrillic
70cm x 40cm

CARLES PIERA _POLIFEMO_ | Detalle Porté

vedi ad alta risoluzione

Detalle Porté
assemblage, modellato con resina,, oggetto trovato, legno e ferro
300cm x 300cm x

Descrizione Opera / Biografia


La dimensione delle cose è soggettiva, il valore delle nostre azioni è relativo e la comprensione della realtà è qualcosa di irraggiiungibile.
Porté comincia e finisce in un ciclo indetermitato. Essere uomo significa farsi sempre portare in braccio da ciò che ci circonda anche se acciecati e confusi da un ego fittizio, che non è altro che una perversione della realtà: pensiamo erroneamente che siamo noi che guidiamo per mano la realtà che ci circonda.
Porté si costituisce in un abbraccio, un sostento proprio di equilibri diversi, in una metamorfosi sempre latente, come un istante all’interno di un altro istante, in qualcosa d’insignificante, soggettivo e senza nessuna funzione triviale nel costante divenire delle cose. È un’opera che con un gioco di parole rievoca il susseguirsi di passi che nella danza contemporanea si accennano quando per un istante uno dei ballerini porta il peso dell’altro, e che con un’allusione visuale e formale ricorda la quarta posizione della danza classica.
Un Porté è qualcosa di fugace, arificialità di ciò che avrebbe potuto essere un istante in un pezzo, una sfumatura dotata di spettacolarità nel mezzo di un costante movimento che và aldilà del tempo e dello spazio. Un Porté è un accento che si è perso tra la moltitudine dei romanzi scritti e di quelli che ancora si possono scrivere. Qualcosa d’esatto nel mezzo di della corsa senza tempo che lo costituisce per distruggerlo dopo qualche istante, come se non importasse.
Il termine «Sport» («porte» en español) in botanica fa riferimento alla forma generale delle piante , la lunghezza dello stelo, il tipo di ramificazione, la sua crescita, longevità e struttura. Uomo e Natura si mescolano adesso nello spazio. Una Natura che costruisce e distrugge nostro malgrado seguendo un progetto occulto ai nostri desideri. Una realtà che fa abbracciare segretamente verità irraggiungibili. Umini che nascono tra i rami e muoiono come frutti marciti dentro la più ingannevole menzogna, frutto della più stupida ignoranza.
Porté è la scultura centrale del complesso Le Royaume Des Idees. La terza parte delle dieci previste dove si circonda un pezzo centrale che cerca di descrivere un certo punto della nostra realtà, basandomi su immagini fuori del contesto e sulla magia dell’innaspettato e apparentemente impossibile.
Nel complesso questa scultura si compone di quattro parti ascendenti e cicliche in una spirale che va da sinistra a destra. Quattro parti per le quali mi baso sulla descrizione grafica Tibetana circa la vita e la morte. Come i quattro bardi buddisti descritti da Sogyal Rimpoche ne «Il Libro Tibetano del Vivere e del Morire ».
I bardi nel Buddismo Tibetano alludono a un momento di cambiamento dotato d’infinite possibilità. Momenti nei quali le azioni di ognuno di noi hanno un effetto decisivo per noi stessi. Momenti come lo stato attuale della nostra società. Un momento critico e decisivo verso l’evoluzione del cambiamento della nostra forma di agire, come individui insignificanti circondati da una realtà infinita e in continua espansione al di là della nostra comprensione. Con parole dello stesso Rimpoche,: -Paragono il bardo con il momento nel quale uno avanza verso il baratro. –
Per questo motivo la composizione di Porté si basa sulla figurazione plastica e simblica delle quattro fasi o bardi. In quella che consireo la prima delle fasi della realtà, o 4º bardo per Rimpoche, ci reincarniamo grazie a una natura comune, infinita e unica, una mano trasparente vagliata e fusa eternamente al troco fa allusione a questa fase. Nella seconda, il 1º bardo, è ciò che si definisce come il processo della vita, è descritto nell’opera Porté nei dettagli florali che compongono il tronco centrale della scultura. Nella terza, il 2º bardo, si allude alla morte, che è rappresentata dal braccio agonizzante nella parte superiore del complesso. E la quarta o 3º bardo, è l’insediamento intorno alla scultura Porté, che fa riferimento al periodo dopo la morte, il bardo del dharma con le sue infinite possibilità, rappresentato da 100 lampadine con l’introduzione di elementi evocativi all’interno, che abbraccia un ampio spazio intorno al pezzo centrale che rievoca l’infinità e l’imbastitura dello spazio.
Quattro fasi cicliche che non cominciano nè finiscono mai per formalizzare una visione approssimata alla disperazione esistenziale che soffriamo in qualità di esseri erranti e ciechi nei confronti della realtà che si estende al di là delle nostre società in decadenza.