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OPERA IN CONCORSO  Sezione Video

Irene Lupi | Come sé
vedi ad alta risoluzione

Come sé
video, proiezione video
12’42’’

Irene Lupi

nato/a a Livorno

residenza di lavoro/studio: Firenze (ITALIA)

iscritto/a dal 12 apr 2014

Under 35

http://nenecardboard.blogspot.com

Altre opere

Irene Lupi | Spich Inglisch

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Spich Inglisch
video, proiezione video
6’35’’

Irene Lupi | Ho un sassolino nella scarpa.

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Ho un sassolino nella scarpa.
video, proiezione video
5’16’’

Irene Lupi | News from nowhere.

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News from nowhere.
video, proiezione video
8’40’’

Descrizione Opera / Biografia


Nel video Come sé (2014) Lupi pone a Emilio, Lia e Massimiliano – rispettivamente padre, madre e fratello dell’artista - una serie di domande riguardanti la sua persona, interrogativi oggettivi o banali (“come mi chiamo”, “dove sono nata”, “quali lavori ho svolto”) insieme a domande più personali, relative all’indole, agli interessi e ai trascorsi dell’artista (“obbiettivi raggiunti”, “che carattere ho”, “dove potrei arrivare”). I setting delle interviste variano per ogni membro familiare e corrispondono a luoghi significativi dell’infanzia dell’artista, connessi per associazioni personali alla persona intervistata: come ulteriori elementi descrittivi nella costruzione della rappresentazione, concorrono alla definizione del soggetto ritratto, ma anche e soprattutto restituiscono parte dell’individualità di Lupi nella relazione con i propri familiari. L’accostamento delle singole domande, ripetute per ogni intervistato, va a sottolineare eventuali aporie, reticenze, inesattezze nel racconto che la famiglia fa dell’artista. Accanto all’uso del linguaggio, vi è tutta una dimensione della narrazione che non si affida alle parole, ma ai gesti, alle espressioni dei volti, alle posture, agli sguardi quali ulteriori canali espressivi. Ogni esitazione e sospensione si configura come momento di disagio emotivo, ansia e fallimento nell’elaborazione di una descrizione accurata dell’artista. La difficoltà da parte degli protagonisti di rispondere a domande semplici in modo puntuale è resa ancora più evidente nell’affiancare l’intervista a dei racconti aneddotici sull’ infanzia e sull’adolescenza di Lupi: nel passaggio da una forma dialogica “costretta” – dove si risponde a imput precisi– ad una narrazione personale libera, basata sulla soggettività del ricordo, i familiari acquistano un maggiore agio nel racconto, una coerenza nella narrazione che non necessariamente corrisponde a coerenza di significato e veridicità. Ai plurali piani linguistici che concorrono alla ricostruzione dell’ipotetico ritratto dell’artista, corrispondono diverse inquadrature e movimenti di macchina, che generano una forma di chiasmo tra presenza e assenza dei personaggi, tra la loro rappresentazione e il loro celamento. Nell’intervista i genitori sono inquadrati direttamente in camera, mentre il fratello è ripreso al buio e l’ascolto è reso difficoltoso dai rumori della barca; durante i racconti padre e madre sono intenti a compiere delle attività quotidiane, mentre il fratello è una presenza immobile, cristallizzato in una sorta di ritratto fotografico a cui viene associato l’audio in sottofondo. La costruzione articolata del video corrisponde alla volontà di Lupi di autorappresentarsi attraverso una forma narrativa plurale, che da voce al contenuto relazionale tra l’artista e la sua famiglia. Lupi si estromette consapevolmente dalla rappresentazione, sia omettendo le sue domande, sia scegliendo di escludere un proprio racconto o punto di vista diretto, mai confermando o negando quanto viene detto. L’autorappresentazione dell’artista è resa come autonarrazione in assenza, in cui la percezione di sé è affidata all’altro da sé. Evidenziando le difficoltà della famiglia nel ricostruire un racconto omogeneo, nel descrivere e definire l’identità dell’artista, Lupi pone l’attenzione non soltanto sulla distanza personale (e per certi versi universale) che contraddistingue la relazione genitoriale, ma anche rileva la possibile discrasia tra l’ “immagine interna” che abbiamo di noi stessi e la mutevolezza o molteplicità che questa immagine può assumere nella sua proiezione esterna.
Elena Magini
Biografia.
Tra le Collettive, si ricordano:
”Motivi di Famiglia” a cura di Paolo Toffolutti, Villa di Toppo Florio, Buttrio, Udine.
”Come sé”, a cura di Elena Magini e Arabella Natalini, Casa Masaccio, Centro per l’Arte Contemporanea, San Giovanni Valdarno, Arezzo.
”Above/below ground” a cura del Siena Art Institute, con Mark Dion e Amy Yoes, Museo dei Fisiocritici, Siena .
”Pellizza 2013” VI edizione, Comune di Volpedo, Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona, Accademia di Belle Arti di Firenze, Volpedo, Alessandria.
SPRINT ”I want to ride my bicycle” a cura di Paola Bortolotti e Sergio Fintoni, MO.CA., Palazzo Comunale, Montecatini Terme, Pistoia.
”Acqua” a cura di Carles Marco e Paola Lucrezia Cioncolini, promossa dal comune di Montevarchi, Arezzo.
”Accademia in Palazzo” a cura di Giovanna Fezzi, Angela Nocentini, Pierluigi Tazzi, Palazzo Medici Riccardi, Firenze.
Nell’edizione 2013 di StART Point, ”Souk” cura di Pierluigi Tazzi , San Salvi, Firenze.
2013 “Works on paper” a cura di Sibilla Ferrara, Making thinks happen, Berlino.
“E uguale emme ci al quadrato” a cura di Cristina Olivieri e Serafino Fasullo,Fuel Art Gallery, Livorno.
Workshop:
2010 “Seminary of Grzegorz Kowalski”,”Does the sculture need a camera as a tool to study time_space” XIV Biennale Internazionale di scultura di Carrara, diretto da grzegorz Kowalski, Istituto del marmo “Pietro Tacca”, Carrara.
2013 , ”Above/ below ground”, con Mark Dion e Amy Yoes, un progetto per il Siena art Institute, Siena.
“News from Nowhere”, a cura di Pietro Gaglianò, SRISA Project Space, Firenze.
“Recenti acquisizioni” a cura di Casa Masaccio Arte Contemporanea, San Giovanni Valdarno, Arezzo.
Collabora alla mostra “Nobel Explosion & anti-hail rockets”, a cura di Marina Sorbello, Uqbar Projektraum, Berlino.
Edizione 2012 di StART Point, partecipa a “Souk” a cura di Pier Luigi Tazzi, Ex3, Firenze.
“Proiezioni” a cura di Pier Luigi Tazzi, Susanna Ragionieri, Gianni Pozzi, Laura Vecere, Casa Masaccio, Centro per l’Arte Contemporanea, San Giovanni Valdarno, Arezzo.
2009 ” 7000+1” Performance a cura di Vittoria Biasi e Lucrezia De Domizio Durini , nel cortile dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, Firenze.
2006 “Tematica fantastica en la Pintura”, a cura de Lamiak, Bilbao.
Irene Lupi nata a Livorno nel 1983.
Ha conseguito gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, diplomandosi nel 2007, Erasmus nella Facultad de Bellas Artes di Leioa, Bilbao.